“L’Alberghiero, il Classico, il Musicale e lo Scientifico
non servono a nulla.”
È vero.
L’Alberghiero non ti insegnerà a fare il chirurgo, il
Classico non ti trasformerà in un programmatore, il Musicale non ti farà
diventare Elon Musk e lo Scientifico non ti spiegherà come si scrive una
canzone che commuove.
E in un tempo che
sembra ridurre tutto a schemi, numeri e competenze immediatamente “spendibili”,
scegliere uno di questi percorsi sembra un atto di ribellione.
Lo avrai sentito dire
mille volte:
• “A che
serve studiare greco e latino? Tanto non li parla più nessuno!”
• “Ma
perché fare l’Alberghiero? Basta seguire le ricette su YouTube!”
• “E il
Musicale? Davvero vuoi ridurti a suonare per strada?”
• “Lo Scientifico? Ti stressi la vita e poi? Finisci a fare il barista come tutti gli altri!”
Effettivamente… perché mai scegliere questi indirizzi?
Perché andare in cucina, quando c’è chi dice che il futuro
vive nei numeri?
Perché studiare il passato, quando l’algoritmo detta legge?
Perché vivere la musica, se non è un “mestiere serio”?
Perché perdere il sonno sui logaritmi, se poi tutto si traduce in un “trova lavoro e basta”?
Lasciatemi dire una cosa: nessuno di questi indirizzi serve a nulla… se “essere” è ridotto al fare.
L’Alberghiero non è
solo cucinare. È l’arte di mescolare sapori, persone e culture.
È capire che un piatto non è solo cibo, ma una storia, un’identità, un ponte tra chi sei e chi sta dall’altra parte del tavolo.
Entri pensando di dover solo impiattare e scopri che dietro
ogni ricetta c’è il potere di creare ricordi. Scopri che servire bene non è
servilismo: è un modo di rendere speciale la vita degli altri.
Il Classico è dove
impari che prima di correre verso il futuro, devi capire da dove provieni. Non
ti insegna solo il greco e il latino, ma ti aiuta a parlare una lingua
universale: quella del pensiero critico. Ti perdi nella tragedia greca e scopri
che i sentimenti che smuovono quei personaggi, non sono poi così diversi da
quelli che muovono te.
Sbuffi su un periodo
ipotetico e poi, un giorno, ti accorgi che parlare bene è pensare bene, e
pensare bene ti rende libero.
Il Musicale? “Ma che
ti metti a suonare il pianoforte per campare?”. Quante volte lo avrai sentito?
Eppure, il Musicale è
il luogo in cui impari che il rumore della vita si può trasformare in armonia.
È dove scopri che dietro una nota c’è fatica, disciplina, ma anche magia.
La musica è il
linguaggio dell’anima. Ed è così che diventi qualcuno capace di comunicare
anche ciò che gli altri non riescono a dire.
Lo Scientifico è per
quelli che “vogliono fare gli ingegneri” o “i dottori”. Ma non è solo formule e
teoremi. È imparare a vedere il mondo con gli occhi della logica e a immaginare
soluzioni per cose che ancora non esistono.
Ti perdi tra
integrali e leggi fisiche, ma scopri che dietro ogni equazione c’è una domanda:
“perché?” È l’indirizzo che ti spinge a cercare ordine nel caos e a credere
che, anche quando sembra impossibile, in verità una soluzione c’è.
Quattro strade, una
sola scelta
Scegliere uno di
questi indirizzi non è mai facile. Ti chiederai se hai fatto la scelta giusta,
ti sentirai piccolo e inadeguato. Ma è così che si cresce.
Sono percorsi
diversi, certo, ma hanno qualcosa in comune: non insegnano solo un mestiere. Ti
insegnano a vivere. Ti insegnano che, prima di costruire un ponte, devi sapere
perché esistono le rive.
Non servono a nulla...ma
proprio per questo servono a tutto.