La
visita guidata, effettuata il 14 novembre 2024, ha avuto come meta il Museo
Archeologico Nazionale della Sibarite, il Parco Archeologico di Sibari e la
Grotta del Romito. La prima tappa è
stata il Museo Archeologico Nazionale della Sibarite, dove gli studenti,
accompagnati dai docenti, hanno apprezzato la ricchezza dei reperti di diverse
epoche provenienti da un territorio,
che già dall’antichità gravitava attorno alla città di Sibari. Il tour del Museo è stato interessante per
gli studenti, che grazie alle indicazioni delle guide, si sono accostati con
maggior consapevolezza ad un segmento antichissimo della storia. Fra i reperti
conservati grande suggestione ha suscitato il "toro cozzante",
simbolo della città di Sibari, raffigurato già nelle antiche monete.
Interessanti anche i reperti provenienti dalle necropoli sibarite dell’età del
ferro e una tabella in bronzo con
dedica alla dea Atena di un vincitore di una gara ad Olimpia, risalente agli inizi del VI secolo
a.C..
La
seconda tappa di questo breve tour è
stato il Parco Archeologico di Sibari, uno dei siti più importanti del Sud
Italia, testimonianza della grandezza della città di Sibari, fondata da coloni
Greci nell’ottavo secolo a.C e divenuta un fiorente centro commerciale e
culturale della Magna Grecia. Durante la visita, grazie alle spiegazioni chiare
e dettagliate delle guide, gli studenti hanno avuto la possibiltà di ammirare
le rovine di un teatro romano e delle terme, i resti di mosaici e di
decorazioni pavimentali, le necropoli, i resti di abitazioni private e di
edifici pubblici, testimonianza della vita politica e sociale della città, più
volte distrutta e ricostruita. Tutto questo patrimonio archeologico ha offerto
l’opportunità agli studenti di calarsi in un passato lontano e conoscere
aspetti non solo della vita quotidiana, ma anche dell'organizzazione urbana di
epoche diverse. Non sono mancati gli
aneddoti sulle abitudini dei sibariti, che hanno suscitato la curiosità e l’
ilarità degli studenti.
Dopo
aver esplorato il mondo della Magna Grecia, la visita è proseguita verso
Papasidero, un antico borgo medievale dell’entroterra calabrese, inserito in un
ambiente di grande pregio naturalistico, quale appunto il Parco Nazionale del
Pollino, e noto soprattutto per la vicina Grotta del Romito, uno dei più
importanti siti preistorici d’Europa. Prima di giungere alla grotta gli
studenti con le guide hanno visitato l’Antiquarium, il Museo dove sono esposti reperti archeologici collegati
alla Grotta del Romito e pannelli esplicativi sulla sua storia e sulla vita e
la cultura dei suoi abitanti. Lungo il sentiero, che conduce alla
grotta, le guide hanno illustrato agli studenti
anche l’Archeodromo, uno spazio aperto dove sono situate tre
capanne, che mostrano come, durante il paleolitico, gli uomini si servissero di
strutture abitative all’aperto, alternative alle grotte. Nella Grotta del Romito, dove sono conservati reperti risalenti al
Paleolitico Superiore, gli studenti sono stati attratti dalla celebre incisione del "Bos primigenius", una
raffigurazione di un bovide, perfetta nel disegno e nella prospettiva, definita
dall’ archeologo Paolo Graziosi, primo studioso a condurre studi sul sito, come
“la più maestosa e felice espressione del verismo paleolitico mediterraneo,
dovuto ad un Michelangelo dell’epoca”. Si tratta di preziosa testimonianza
dell’arte rupestre delle prime comunità umane e del suo valore simbolico,
religioso e rituale. L’ingresso nella grotta ha destato emozione e
stupore ed ha affascinato gli studenti, che, attraverso il racconto delle
guide, osservando le sepolture preistoriche
e i reperi litici e ossei, risalenti a
circa 10.000 anni fa, hanno potuto riflettere sull'evoluzione dell'uomo e sulla
continuità culturale fra noi e i nostri antenati, sul valore della storia sia
come strumento per ricercare le radici della nostra identità sia come grande
serbatoio di memoria collettiva utile a
stimolare un approccio critico e consapevole verso il passato e il futuro. Di
grande fascino anche l’ambiente naturalistico in cui è inserita la Grotta del
Romito, che gli studenti hanno potuto analizzare nelle sue componenti
geologiche e scientifiche.
L’ iniziativa, parte integrante del
POF/MOF e di grande valenza didattico-educativa, è stata coerente con il
percorso di studi ed ha suscitato entusiasmo, interesse, curiosità e
partecipazione da parte degli studenti, Essa, preceduta da lezioni propedeutiche
in classe, è stata un importante momento di crescita sia culturale sia umana ed
ha offerto agli studenti la possibilità di sperimentare forme di apprendimento
in contesti diversi dall’aula scolastica
e di integrare, in tal modo, l’apprendimento tradizionale con forme e modalità
di apprendimento più dinamiche e flessibili, che non solo hanno stimolato la curiosità e il desiderio
di conoscenza degli studenti, ma hanno rappresentato un valore aggiunto. Gli
studenti, infatti, hanno sviluppato la capacità di stabilire una connessione
tra gli argomenti di studio e i relativi contesti ambientali, culturali e
storici. Attraverso questa esperienza gli studenti hanno avuto la possibilità
non solo di arricchire ed approfondire la conoscenza del patrimonio storico,
artistico, archeologico e culturale, ma
anche di riflettere su tematiche di
educazione civica, quali la valorizzazione e promozione dei territori nonché l’importanza della tutela e conservazione dei
beni culturali come risorsa identitaria e sociale. Gli studenti hanno avuto la possibilità, in tal modo, di
sviluppare competenze legate alla cittadinanza attiva e al rispetto
dell’ambiente e della cultura.
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